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Tribunale Unificato dei Brevetti (Unified Patent Court - UPC)
implicazioni della ratifica del Regno Unito per l’UPC
30/04/2018
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Il 26 aprile 2018 il Regno Unito ha depositato gli strumenti di ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti (UPCA).

Il Comitato Preparatorio dell’UPC ha fiduciosamente dichiarato che quest’anno è iniziato bene, sebbene resti ancora del lavoro da fare prima che possa iniziare la fase di applicazione provvisoria – non ultimo l’esito del ricorso contro l’UPCA pendente avanti la Corte Costituzionale Federale Tedesca che influenzerà la velocità della marcia verso la fase finale del progetto. Vedi comunicazione completa del Comitato.

In realtà, l’annuncio dell’Ufficio per la Proprietà Intellettuale del Regno Unito (UKIPO) e la dichiarazione rilasciata dal Ministro per la Proprietà Intellettuale, il parlamentare Sam Gyimah, chiariscono che tale ratifica innesca un’altra importante questione nei negoziati della Brexit, piuttosto che essere un evento decisivo in senso positivo per l’UPC. Segnatamente, l’UKIPO ha sottolineato che “la natura unica del tribunale proposto significa che le future relazioni del Regno Unito con il Tribunale Unificato saranno soggette a negoziati con i partner europei per l’uscita dall’UE” (v. annuncio completo). Il ministro per l’IP ha dichiarato che “ora siamo in una buona posizione per assicurarci di trasformare i cambiamenti – che saranno la parte centrale della nostra uscita – in opportunità. Una di queste opportunità è assicurare che continueremo a rafforzare e sviluppare il quadro internazionale dell’IP” (v. dichiarazione completa).

A questo proposito, persino la controversa opinione ottimista sulle conseguenze della Brexit per l’UPC, fornita nel settembre 2016 da Richard Gordon e Tom Pascoe (delle Brick Court Chambers), ha sottolineato che il Regno Unito sarebbe tenuto ad accettare la supremazia del diritto dell’UE nella sua interezza per quanto riguarda tutte le controversie in materia di brevetti che rientrano nella giurisdizione dell’UPC e che ciò potrebbe essere politicamente oneroso.

In effetti, l’art. 20 UPCA stabilisce che il Tribunale applichi il diritto dell’Unione nella sua integralità e ne rispetti il primato (cfr. anche gli articoli 21 e 24 UPCA).

Anche l’UPCA dovrà essere modificato per norme (solo apparentemente) formali. Ad esempio, l’art. 1 UPCA stabilisce che “l’UPC è un tribunale comune agli Stati membri contraenti ed è pertanto soggetto agli stessi obblighi in virtù del diritto dell’Unione di qualsiasi altro organo giurisdizionale degli Stati membri contraenti”, e l’art. 2 UPCA stabilisce che “si intende per ‘Stato membro’ uno Stato membro dell’Unione europea” e per “‘Stato membro contraente’: uno Stato membro parte del presente accordo”. Un altro emendamento degno di nota è richiesto all’art. 7 UPCA, che attualmente stabilisce che una sezione dell’UPC sarà a Londra.

Pertanto, appare essere necessaria una conferenza diplomatica per introdurre la possibilità per il Regno Unito, dopo aver lasciato l’UE, di essere parte dell’UPCA.

A condizione che la Corte di Giustizia dell’UE non pronunci alcuna decisione contro questa possibilità.

In conclusione, la ratifica da parte del Regno Unito rende la fase di applicazione provvisoria dell’UPC più vicina, ma non rende più certa la partecipazione del Regno Unito all’UPC.

A meno che le voci in aumento contro l’uscita (p. es. v. tra gli altri: Confederation of British Industry, 1, 2, 3; European Movement; Open Britain) non riusciranno a invertire la Brexit.

Andrea Scilletta